30/04/11

30 GIORNI DI BUIO 2

Uscito direttamente in dvd, il seguito ufficiale del buon film horror diretto nel 2007 da David Slade è sceneggiato niente meno che dallo stesso autore della graphic novel da cui sono tratte entrambe le pellicole. Ma non è una buona notizia, nossignori. Com'è spesso accaduto al mitico Stephen King quando è passato dalla carta stampata al cinema (qualcuno ricorda BRIVIDO... argh!), anche nel caso di Steve Niles, l'autore dei fumetti del ciclo "30 Days of Night", si direbbe che la settima arte non faccia per lui, per cui sarebbe preferbile se in futuro rimanesse nel suo campo, ad occuparsi di fumetti. Oltretutto il film è girato in estrema economia, e si vede. A partire dagli interpreti: l'eroina Stella Oleson, che nel primo film era interpretata da una grintosa Melissa George, viene ora rimpiazzata dalla "televisiva" Kiele Sanchez (LOST) che non le assomiglia per nulla (l'effetto è destabilizzante, anche se la Sanchez ce la mette tutta per cercare di essere credibile mentre pronuncia battute che una coppia di brufolosi liceali avrebbe sicuramente saputo scrivere meglio). Al suo fianco, in mezzo ad una manciata di interpreti abulici, si segnala anche un altro lostiano: Harold Perrineau, che regge il moccolo solo per una decina scarsa di minuti, onde non mandare in crisi l'esiguo budget della pellicola.
I realizzatori degli effetti speciali, ovviamente non paragonabili a quelli del precedente prodotto, non hanno saputo cavarsela nemmeno col sangue finto, che in qualche caso sembra vino, in altri ha il colore e la consistenza di olio per motori.
Insomma, l'avviso ai naviganti è perentorio: risparmiate i soldi per l'acquisto, e anche il tempo che vi serve per la visione.
Il cinema horror ha probabilmente ancora molto da dire, ma non questa volta.
E veniamo alla trama e agli spoiler, per tenere fede alla regola del presente blog: rivelare tutto ma proprio tutto.
trama (senza spoiler) Tornata a Los Angeles, Stella, vedova dell'amato Eben autodistruttosi al termine del precedente film, vorrebbe rivelare al mondo l'esistenza dei vampiri che hanno distrutto la popolazione di Barrow, Alaska. Nessuno le crede, se non i vampiri stessi, che la tengono d'occhio, e un terzetto di sfigati che vorrebbe combattere la legione dei non morti distruggendone l'attuale leader, la perfida ed inarrivabile Lilith. Stella si aggrega alla banda degli sfigati e poco alla volta li indirizza verso l'inevitabile confronto con la regina dei mostri, la quale sta organizzando con i suoi accoliti un nuovo massacro, a danno di un'altra cittadina isolata dell'Alaska.
(ed ora: spoiler)
Stella è l'unica del gruppo di ammazzavampiri ad uscire viva dalla battaglia. Il nero Todd (Perrineau) è il primo a farsi mordere e a dover essere liquidato, con tanto di testa spiaccicata con un blocco di cemento. L'antipatica ed inebetita Amber (Diora Baird) finisce graziata dai suoi stessi compagni, che le risparmiano lo sbranamento vampiresco, mentre Paul (Rhys Coiro), che aveva stabilito un certo feeling con la protagonista, dopo una bollente sessione di sesso in doccia, viene prima tagliuzzato da Norris (ex agente FBI convertito in vampiro) e poi vampirizzato dalla stessa Lilith (Mia Kirshner), la quale tuttavia non sfugge alla vendetta di Stella. La nostra devota eroina torna in Alaska e dissotterra il cadavere bruciacchiato del suo Eben, perchè in tutta la vicenda ha imparato una regola nuova sui vampiri: se gli fai sgocciolare sangue fresco nelle fauci, non importa quanto siano carbonizzati e rinsecchiti, ma tornano in vita. Stella nutre del suo stesso sangue la mummia dell'ex marito, e quando riprende i sensi dopo il salasso, viene vampirizzata dal redivivo Eben (che tra l'altro non è Josh Hartnett, ma un sosia ripreso di tre quarti).
Bella gratitudine.

29/04/11

THE NEXT THREE DAYS

in breve...
Una donna accusata di omicidio e definitivamente condannata a molti anni di carcere.
Un marito innamorato e fedele, che non crede nella sua colpevolezza.
Un bambino piccolo, destinato a crescere senza mamma, sempre più triste e depresso.
Di fronte agli sbarramenti processuali, al devoto marito non resta che progettare l'impensabile: un piano di evasione per la giovane moglie.
Si può evadere con successo da un carcere di massima sicurezza e far perdere le proprie tracce nell'era dei cellulari e dei satelliti?
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spoiler full
Risposta: sì. Si può.
In primo luogo bisogna avere tanti soldi... se non si hanno, si debbono procurare.
Se rubarli è troppo brutto, per salvare la coscienza si possono sempre portare via a qualche perfido criminale.
Bisogna anche avere un sacco di grinta.
All'inizio bisogna esercitarsi un po'. Il tipico padre di famiglia, colmo di buoni sentimenti e propositi, fa un po' fatica a trovare la perfidia e la determinazione necessarie...
Ma si può allenare nello stesso modo con cui si procura i soldi: se spara a qualche delinquente aumenta l'autocontrollo e il sangue freddo, e nel contempo libera le strade da certa feccia...
Poi bisogna elaborare un piano a prova di bomba, studiato al millesimo di secondo. La regola vuole che ci si deve allontanare dalla zona del carcere in non meno di 15 minuti, e dall'area urbana in non meno di 35 minuti (sono tollerate eccezioni, quando si deve consentire ai genitori in fuga di fare una deviazione necessaria e portare con sè anche l'infelice figlioletto).
E ancora. Bisogna essere disposti a non vedere mai più la propria città, la propria casa, gli altri componenti della propria famiglia.
Da ultimo, bisogna accettare l'idea di dover vivere il resto della propria vita in un paese del terzo mondo, dove non sia prevista l'estradizione.
Ma alla fine, più di tutto questo, sono necessarie due requisiti presenti solo in questo film:
a) un partner fedele e perfetto come Russell Crowe, devoto alla sua sposa nel senso più idilliaco del termine;
b) uno sceneggiatore intelligente e scaltro come il premio Oscar Paul Haggis, che riesce a far sembrare plausibile e digeribile anche gli sviluppi narrativi meno probabili. Lui ci riesce, e il film è godibile e serrato come un pugno.
Insomma. John Brennan, la moglie Lara e il loro piccolo figlioletto riescono a farcela e si lasciano alle spalle la loro vita precedente, il carcere e i cari vecchi Stati Uniti.
Alla fine si scopre anche che la deliziosa Lara (Elizabeth Banks) è davvero innocente dell'omicidio di cui era accusata: in questo modo portiamo a casa una morale irrobustita, e non intaccata dal senso di colpa d'aver trepidato per i cattivi.