Lo stimato chirurgo estetico Robert è anche suonato come una campana.
Nella sua ricchissima villa fuori città tiene prigioniera una bellissima ragazza, reduce da qualche misterioso intervento operato su di lei nella sala chirurgica personale del dottore, che si trova nella stessa villa.
La ragazza, Vera, è guardata a vista da Marilia, la fedele e affezionata governante personale di Robert.
Vera, nella sua prigione dorata, servita e riverita, è tuttavia segregata dal mondo, e sembra coltivare al tempo stesso un desiderio di fuga e una mania suicida. E' costretta ad indossare costantemente un'aderente tuta elastica, che sembrerebbe nascondere chissà quali cicatrici.
Ad un tratto irrompe il figlio di Marilia, Zeca, da tempo lontano dalla famiglia e da poco uscito di prigione, un uomo abietto e dall'appetito sessuale prorompente. Dopo aver immobilizzato la madre, il bruto entra nella stanza di Vera e cerca di violentare la ragazza, dopo averle strappato di dosso la tuta ed aver rivelato un corpo assolutamente perfetto. Robert accorre poco dopo e uccide a pistolettate l'aggressore, prendendosi subito cura della traumatizzata ragazza.
Più tardi Marilia racconta a Vera che anche Robert è suo figlio, cosa che nemmeno il dottore sa. E così racconta a Vera la storia dell'uomo.
Sposato con la bellissima Gal, da cui ha avuto una figlia chiamata Norma, Robert aveva scoperto che la moglie lo tradiva con il fratellastro Zeca, il quale, nel tentativo di fuggire con lei, aveva causato un incidente d'auto in cui la donna era rimasta arsa viva. Sopravvissuta al terribile rogo dell'auto, Gal ha lungamente agonizzato mentre il marito, pazzo di dolore, ha continuato a cercare invano di ricostruire il suo adorato aspetto fisico, finchè la donna, al colmo della disperazione, non si è gettata dalla finestra morendo ai piedi della figlioletta, ormai adolescente.
Tempo dopo, apparentemente riemersa dallo shock, la giovane Norma partecipa con il padre ad una festa mondana, durante la quale viene avvicinata da un ragazzo del luogo, Vicente. Questi, reso ebbro dal vino e dagli stupefacenti, fraintende l'abulica arrendevolezza della ragazza e si convince che lei sia disponibile a lasciarsi sedurre. Nei giardini della villa Vicente inizia un rapporto sessuale con Norma, ma la ragazza d'improvviso lo respinge urlando come una pazza. Il padre accorre mettendo in fuga Vicente, convinto che abbia violentato la figlia. Il fragile equilibrio mentale di Norma è irrimediabilmente compromesso: la ragazza, nuovamente ricoverata in clinica, poco tempo dopo si toglie la vita gettandosi nel vuoto, esattamente come aveva fatto la madre.
Robert è furioso e medita vendetta. Di notte, mascherato, rapisce il giovane Vicente e lo rinchiude nei sotterranei della villa, dove lo tiene incatenato a lungo in condizioni deplorevoli e ai limiti della denutrizione. Tempo dopo riunisce uno staff di assistenti medici compiacenti e lo sottopone ad un'operazione di vaginoplastica. E infine inizia una serie di complesse operazioni plastiche su tutto il suo corpo, mediante le quali, dopo molto tempo, Vicente viene trasformato in Vera, la ragazza stralunata ed assente che abbiamo conosciuto all'inizio, il cui volto tra l'altro è una riproduzione quasi perfetta di quello di Gal, la moglie perduta di Robert.
Tornati al tempo presente, scopriamo che Vera sembra ormai davvero un'altra persona, evidentemente dimentica della sua identità originaria. Ora, guarita nel fisico e apparentemente anche nella mente, viene lasciata libera di aggirarsi per la casa, sebbene Marilia dubiti di lei e cerchi di mettere in guardia il figlio.
Dopo una notte passata con la sua nuova compagna, Robert scopre a sue spese che in realtà Vera non ha mai dimenticato il suo passato ed il male che ha subito ingiustamente. Prima di sparare e uccidere Robert, gli ricorda che lui non ha mai violentato Norma. Poco dopo la ragazza uccide anche Marilia, accorsa in aiuto del figlio.
Alla fine Vera fugge dalla villa degli orrori e torna nel negozio di sartoria della madre, che non si è mai rassegnata alla scomparsa del figlio. Qui giunta, Vera cerca di farsi riconoscere per quello che era e di farsi accettare per quello che è diventata.
In questo film insolitamente poco parlato, rispetto alle sue abituali produzioni, Almodòvar sembra aggirarsi piuttosto in un terreno ben più familiare al canadese David Cronenberg, dal cui cinema sembra mutuare i temi della metamorfosi, fisica e psicologica, quello della "malattia" del corpo, della necessità di una cura, del rapporto tra forma estetica e contenuto dell'anima. Non a caso, proprio come i film di Cronenberg, anche questa pellicola risulta fredda, alienante, ai limiti del parossismo e del grottesco, e comunica sensazioni contrastanti di ripulsa e di coinvolgimento nello spettatore, incatenato agli eventi ed in balìa delle stravaganze emozionali contenute nel racconto.
Il cinema, le serie televisive e i romanzi sono una miniera di emozioni. Ma troppe sorprese alle volte fanno male al cuore. Qualcuno preferisce sapere - prima di sedersi in poltrona - se alla fine i buoni vincono oppure se l'eroe finisce male... Se la pensi così, allora questo blog fa per te. Se invece vuoi arrivare ignaro alla visione del film, è decisamente meglio stare alla larga dalle recensioni che seguono. QUI E' TUTTO UNO SPOILER !!!
11/10/11
LA PELLE CHE ABITO | film di Pedro Almodòvar
Lo stimato chirurgo estetico Robert è anche suonato come una campana.
Nella sua ricchissima villa fuori città tiene prigioniera una bellissima ragazza, reduce da qualche misterioso intervento operato su di lei nella sala chirurgica personale del dottore, che si trova nella stessa villa.
La ragazza, Vera, è guardata a vista da Marilia, la fedele e affezionata governante personale di Robert.
Vera, nella sua prigione dorata, servita e riverita, è tuttavia segregata dal mondo, e sembra coltivare al tempo stesso un desiderio di fuga e una mania suicida. E' costretta ad indossare costantemente un'aderente tuta elastica, che sembrerebbe nascondere chissà quali cicatrici.
Ad un tratto irrompe il figlio di Marilia, Zeca, da tempo lontano dalla famiglia e da poco uscito di prigione, un uomo abietto e dall'appetito sessuale prorompente. Dopo aver immobilizzato la madre, il bruto entra nella stanza di Vera e cerca di violentare la ragazza, dopo averle strappato di dosso la tuta ed aver rivelato un corpo assolutamente perfetto. Robert accorre poco dopo e uccide a pistolettate l'aggressore, prendendosi subito cura della traumatizzata ragazza.
Più tardi Marilia racconta a Vera che anche Robert è suo figlio, cosa che nemmeno il dottore sa. E così racconta a Vera la storia dell'uomo.
Sposato con la bellissima Gal, da cui ha avuto una figlia chiamata Norma, Robert aveva scoperto che la moglie lo tradiva con il fratellastro Zeca, il quale, nel tentativo di fuggire con lei, aveva causato un incidente d'auto in cui la donna era rimasta arsa viva. Sopravvissuta al terribile rogo dell'auto, Gal ha lungamente agonizzato mentre il marito, pazzo di dolore, ha continuato a cercare invano di ricostruire il suo adorato aspetto fisico, finchè la donna, al colmo della disperazione, non si è gettata dalla finestra morendo ai piedi della figlioletta, ormai adolescente.
Tempo dopo, apparentemente riemersa dallo shock, la giovane Norma partecipa con il padre ad una festa mondana, durante la quale viene avvicinata da un ragazzo del luogo, Vicente. Questi, reso ebbro dal vino e dagli stupefacenti, fraintende l'abulica arrendevolezza della ragazza e si convince che lei sia disponibile a lasciarsi sedurre. Nei giardini della villa Vicente inizia un rapporto sessuale con Norma, ma la ragazza d'improvviso lo respinge urlando come una pazza. Il padre accorre mettendo in fuga Vicente, convinto che abbia violentato la figlia. Il fragile equilibrio mentale di Norma è irrimediabilmente compromesso: la ragazza, nuovamente ricoverata in clinica, poco tempo dopo si toglie la vita gettandosi nel vuoto, esattamente come aveva fatto la madre.
Robert è furioso e medita vendetta. Di notte, mascherato, rapisce il giovane Vicente e lo rinchiude nei sotterranei della villa, dove lo tiene incatenato a lungo in condizioni deplorevoli e ai limiti della denutrizione. Tempo dopo riunisce uno staff di assistenti medici compiacenti e lo sottopone ad un'operazione di vaginoplastica. E infine inizia una serie di complesse operazioni plastiche su tutto il suo corpo, mediante le quali, dopo molto tempo, Vicente viene trasformato in Vera, la ragazza stralunata ed assente che abbiamo conosciuto all'inizio, il cui volto tra l'altro è una riproduzione quasi perfetta di quello di Gal, la moglie perduta di Robert.
Tornati al tempo presente, scopriamo che Vera sembra ormai davvero un'altra persona, evidentemente dimentica della sua identità originaria. Ora, guarita nel fisico e apparentemente anche nella mente, viene lasciata libera di aggirarsi per la casa, sebbene Marilia dubiti di lei e cerchi di mettere in guardia il figlio.
Dopo una notte passata con la sua nuova compagna, Robert scopre a sue spese che in realtà Vera non ha mai dimenticato il suo passato ed il male che ha subito ingiustamente. Prima di sparare e uccidere Robert, gli ricorda che lui non ha mai violentato Norma. Poco dopo la ragazza uccide anche Marilia, accorsa in aiuto del figlio.
Alla fine Vera fugge dalla villa degli orrori e torna nel negozio di sartoria della madre, che non si è mai rassegnata alla scomparsa del figlio. Qui giunta, Vera cerca di farsi riconoscere per quello che era e di farsi accettare per quello che è diventata.
In questo film insolitamente poco parlato, rispetto alle sue abituali produzioni, Almodòvar sembra aggirarsi piuttosto in un terreno ben più familiare al canadese David Cronenberg, dal cui cinema sembra mutuare i temi della metamorfosi, fisica e psicologica, quello della "malattia" del corpo, della necessità di una cura, del rapporto tra forma estetica e contenuto dell'anima. Non a caso, proprio come i film di Cronenberg, anche questa pellicola risulta fredda, alienante, ai limiti del parossismo e del grottesco, e comunica sensazioni contrastanti di ripulsa e di coinvolgimento nello spettatore, incatenato agli eventi ed in balìa delle stravaganze emozionali contenute nel racconto.
20/09/11
IL PRINCIPE DELLA NEBBIA | romanzo di Carlos Ruiz Zafòn
SUPER 8 | film di J.J. Abrams
25/08/11
KUNG FU PANDA 2 | film di Jennifer Yuh (2011)
24/08/11
I DIABOLICI | film di Henri-Georges Clouzot (1955)
nella sua disperazione, Christina, sempre più convinta che il marito non sia morto, non riesce più a trovare in Nicole, a sua volta spaventata dall'evolvere della situazione, un sufficiente supporto psicologico. Si rivolge così ad un anziano poliziotto in pensione, che inizia con garbato puntiglio ad indagare sulla situazione. Tuttavia la salute di Christina peggiora: i medici disperano per le sue condizioni, e temono che il suo cuore possa cedere da un momento all'altro. Costretta a letto, durante la notte la donna viene richiamata da strani rumori e movimenti negli uffici della direzione del collegio, dove vede un'ombra muoversi. Nonostante sia terrorizzata, Christine segue i movimenti della misteriosa figura e così trova nel bagno dell'appartamento il cadavere del marito, scomparso da giorni. In quel momento però il cadavere si solleva dall'acqua e le si avvicina: Christina non sopporta questo shock e muore di infarto. Poco dopo viene svelato il mistero: Michel e Nicole sono d'accordo tra loro, ed hanno architettato tutta la messinscena proprio per causare il decesso della povera Christine. Peccato che l'investigatore abbia scoperto tutto e sorprenda i due "diabolici" assassini proprio quando si complimentano a vicenda per la riuscita del loro piano. Il collegio viene chiuso e mentre gli studenti si accingono a partire, un ragazzino confessa ad uno degli insegnanti di aver visto la defunta Direttrice...
19/08/11
HANNA | film di Joe Wright (2011)
Hanna (Saoirse Ronan) è una ragazza poco più che adolescente, forte ed intelligente, rimasta orfana della madre (che lei sa essere stata uccisa in circostanze ignote) ed allevata come un soldato dal padre Erik (Eric Bana), ex agente della CIA, con un duro addestramento nelle terre selvagge e fredde della Finlandia, dove trascorre le sue giornate a cacciare e ad affinare l'uso delle armi e delle più sofisticate discipline di combattimento. La ragazza ha trascorso un'infanzia diversa da suoi coetanei, educata in quel totale isolamento dal mondo alla resistenza e alla disciplina, allo scopo di diventare una perfetta combattente, pronta a reagire e a difendersi in qualsiasi circostanza e senza scrupoli o freni morali. La vita di Hanna cambia quando la ragazza, istruita dal padre con una cultura freddamente nozionistica ed enciclopedica, inizia ad interrogarsi sulle emozioni che possono derivare anche dalle discipline artistiche ed intellettuali, e decide pertanto di uscire da quella situazione di isolamento e di andare in Europa, desiderosa di affrontare una vita normale in mezzo a persone comuni. Il padre l'asseconda suo malgrado, essendo ben consapevole che l'uscita da quella loro condizione di eremitaggio costituirà per entrambi l'inizio di una nuova e pericolosa fase dell'esistenza. Non appena Erik lascia la capanna nei boschi, questa viene presa d'assalto da reparti speciali. Hanna, rimasta sola, dopo aver eliminato a mani nude un paio di soldati, si lascia catturare, curiosa di conoscere gli sviluppi. Viene condotta in una base segreta nel deserto del Marocco, dove viene sottoposta ad un primo interrogatorio. La ragazza abbandona l'atteggiamento docile tenuto fino a quel momento, ed evade facendo uso di tutta la violenza anche estrema di cui è capace. Sulle tracce sue e del padre Erik si lancia immediatamente Marissa Viegler (Cate Blanchett), una spietata agente a capo di una sezione deviata dell'intelligence, nell'ambito della quale in passato ha condotto operazioni segrete che non devono essere rese note ai vertici dell'agenzia. Affiancata da sadici mercenari ed assassini, la donna si getta personalmente all'inseguimento di entrambi i fuggitivi. Intanto, pur riuscendo ad assaporare per brevi istanti la bellezza della quotidianità, grazie anche all'amicizia con una famiglia di vacanzieri che incontra per caso in un tragitto che va dal Marocco alla Germania, passando per Spagna e Belgio, Hanna dovrà presto mettere a frutto l'addestramento ricevuto dal padre con letale efficienza e dovrà fare i conti con sconcertanti rivelazioni sulla propria vita: scopre infatti che Erik non è suo padre, ma un agente che ha operato al servizio della Viegler nell'ambito di un esperimento genetico finalizzato alla creazione di un super-soldato. Frutto di tale esperimento, Hanna è stata portata in salvo da Erik quando Marissa ha deciso di far sparire ogni traccia dell'operazione (in questo modo, tra l'altro, è stata uccisa la madre naturale della ragazza, una donna che si era semplicemente prestata a fare da ricettacolo per la gestazione del feto creato in laboratorio). Questa dura verità si rivela ad Hanna, la quale si lascia alle spalle una scia di morte: i sicari della Viegler rapiscono e uccidono spietatamente tutte le persone che la ragazza ha incrociato durante il suo breve viaggio, compresa - viene lasciato intuire - la famigliola inglese che l'aveva assistita; in un disperato tentativo di salvare la vita alla figlia putativa, anche Erik trova la morte per mano della Viegler, non prima di aver spacciato tutti i suoi sicari. Alla fine la ragazzina dovrà confrontarsi faccia a faccia con la sua "creatrice" ed acerrima nemica. Con una freccia colpisce la Viegler e viene a sua volta ferita da una pallotola. La ragazza, le cui caratteristiche genetiche lasciano ipotizzare che possa sopravvivere alla ferita, seppur grave, si preoccupa piuttosto di dare il colpo di grazia alla sua perfida avversaria.
commento
Film senza dubbio interessante, che ha alcuni pregi evidenti. Oltre a quelli tecnici (fotografia, montaggio, un utilizzo inconsueto della bella colonna sonora elettronica dei Chemical Brothers), la pellicola si avvale di una conduzione decisamente non convenzionale del racconto. La trama è un curioso ibrido che oscilla tra il fumetto e il cinema di Win Wenders, con rimandi a note pellicole del passato come "Nikita" o gli episodi della serie dedicata a "Jason Bourne", e quindi non offre un racconto effettivamente nuovo oppure originale. Ma il regista sa proporla uscendo con naturalezza dagli schemi abiturali e dai luoghi comuni, compiendo scelte non sempre illuminate, ma con il vantaggio innegabile di offrire una nuova impostazione al racconto di genere, e in definitiva di aumentare l'interesse dello spettatore. In mezzo a molte sequenze decisamente indovinate e affascinanti, ce ne sono altre che lasciano più perplessi. Sebbene il film si sottragga anche agli standard dell'iperviolenza cui siamo ormai abituati (e quindi le molte uccisioni siano più intuite che mostrate), traspaiono un'amarezza e una cattiveria di fondo che rendono di fatto molto più traumatico lo sviluppo del racconto, sebbene non manchino parentesi di ironia o di umorismo grottesco (queste ultime, peraltro, da annoverare nell'elenco delle cose che convincono di meno). Un film che ho trovato apprezzabile, non senza qualche caduta di tono e qualche momento discutibile. Ma senz'altro con ragioni di interesse superiori alla media. Decisamente brava ed intrigante la giovanissima protagonista.
06/06/11
SPLICE | film di Vincenzo Natali
14/05/11
LA NOSTRA VITA | regia di Daniele Luchetti
12/05/11
MY SOUL TO TAKE | scritto e diretto da Wes Craven
I grandi autori horror del passato, come Joe Dante, John Carpenter, George Romero e Wes Craven, non possono (e probabilmente non vogliono) competere con gli eccessi e gli estremismi dell'horro contemporaneo. Per mantenere alto l'interesse per i loro film e salvaguardare la fama che si sono guadagnati negli anni grazie alla loro prestigiosa carriera artistica, devono puntare alla finezza, alla genialità, alla sottigliezza psicologica, e quasi sempre continuano a riuscirci, offrendo prodotti che meritano interesse e attenzione.
Pur non priva di difetti (alcuni anche vistosi) questa recente pellicola di Craven merita senz'altro di essere vista, perchè è ricca di momenti geniali e di sequenze coinvolgenti. Certo, la visione d'insieme lascerà perplessi, se non delusi, gli appassionati più esigenti. Ci sono molte inverosimiglianze, nella logica della trama, così come alcuni sviluppi sono forzati e "tirati per i capelli", e non mancano nemmeno errori di realizzazione, perdonati per l'eleganza della realizzazione. Non solo: la storia di base risulta essere un'ulteriore riproposta di temi già frequentemente trattati nel cinema di Craven: il serial killer che perseguita e stermina un gruppo di adolescenti problematici era al centro di pellicole leggendarie come il primo NIGHTMARE, o come SCREAM.
Questo film - che è innegabilmente un'opera minore nella produzione di Craven - va però ammirato per i suoi dettagli, per i numerosi momenti suggestivi ed ispirati che contiene. L'elenco sarebbe lungo, mi limito a qualche esempio: la scena della rappresentazione scolastica di Alex e Bug è stranamente ammaliante ed ipnotica, complice la musica pulsante dell'immancabile Marco Beltrami (compositore feticcio di Craven dai tempi di SCREAM); oppure la breve sequenza in cui i due amici, Bug e Alex, si muovono in perfetta simbiosi speculare, grazie agli strani scherzi della mente del primo (vedi foto). Altro momento assai ben realizzato e convincente è rappresentato dal violento scontro fisico e verbale tra Bug e Fang, con l'iniziale aggressione da parte della ragazza e la successiva rabbiosa rivelazione tra i due fratelli.
MY SOUL TO TAKE, è un film corale, con interpreti convinti e convincenti, senza che nessuno emerga in modo significativo, fatta eccezione per il protagonista Max Thieriot, in passato apparso in JUMPER, che è davvero molto bravo a dare vita al personaggio enigmatico e fragile di Bug, che attraverso il suo aspetto fisico debole ed efebico, l'espressione turbata e inquieta, lo sguardo sottomesso, lascia trasparire lampi di aggressività (esemplare appunto la scena della rappresentazione scolastica, che va apprezzata in lingua originale, per cogliere al meglio il brusco e terrificante cambiamento che subisce la condotta del protagonista).
La pellicola uscirà in Italia direttamente in blue ray, ma chi non si fa problemi linguistici lo potrà già acquistare a prezzi molto contenuti su alcuni siti inglesi (es. play.com).
11/05/11
Spoiler libri - IL DIVORATORE di Lorenza Ghinelli
10/05/11
Spoiler libri: INCUBI, di Lapo Ferrarese, antologia horror
30/04/11
30 GIORNI DI BUIO 2
